Un presepe speciale

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Un presepe speciale

Tra i tesori più preziosi conservati presso la casa natia di Madre Mazzarello a Mornese, vi sono le statue di un bel presepe del ‘700 in stile genovese. I personaggi sono piuttosto grandi, riccamente vestiti e perfettamente conservati. La didascalia che ne accompagna l’esposizione ci informa che esso apparteneva alla prima comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice: «Le feste natalizie erano molto sentite dalla pietà popolare del tempo e quindi anche le prime Figlie di Maria Ausiliatrice le celebravano con grande solennità e intensa partecipazione spirituale». Suor Emilia Mosca, Figlia di Maria Ausiliatrice della prima ora, così si esprime in una lettera al direttore spirituale don Costamagna: «Oh, Natali del 1874, 1875, 1876, dove siete andati? Perché non ci è dato di vederne sempre nuove edizioni? Voi ci avete fatto assaggiare dolcezze di Paradiso. Solo in Cielo potremo godere gioie più pure».

Una sintonia particolare

Qual era il segreto che rendeva così speciali i primi natali vissuti insieme a Mornese? Sicuramente un insieme di fattori, che aiutavano le prime sorelle e le ragazze ospiti del Collegio a sintonizzare il cuore con il mistero della nascita terrena del Figlio di Dio. L’esperienza che queste donne vivevano, ogni giorno della loro vita, era infatti proprio l’esperienza di una nascita: la nascita di una nuova opera, destinata all’educazione delle giovani, soprattutto le più povere. Come i pastori del presepe, anche le prime Figlie di Maria Ausiliatrice si sentivano privilegiate, in quanto ammesse a contemplare da vicino il mistero di un nuovo inizio. Come Maria e Giuseppe, percepivano ad un tempo la grandezza e la precarietà del momento.

Il mistero dell’incarnazione e la missione dell’educazione

La nuova comunità era fragile ed esposta alla morte come il bambino adagiato nella mangiatoia. Eppure i segni del favore divino non erano mancati, lasciando intravedere la possibilità di un grande sviluppo futuro. Ma c’è di più. Il Dio bambino è l’Onnipotente che si affida, si abbandona alle nostre mani, alle nostre cure. È un poverello che ha bisogno di tutto: di calore, di nutrimento, d’amore. È un bambino che, crescendo, continuerà ad aver bisogno a lungo di protezione e di educazione. È una vita affidata alla sapienza educativa di Maria che è Madre, non solo del bambino, ma anche del neonato Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. 

incarnazione-Gesù

Per Natale, torniamo a Mornese

Il mistero dell’incarnazione, in altre parole, è la radice del carisma educativo salesiano in quanto Maria, nell’esercizio della sua maternità educativa, è modello, insieme a Gesù Buon Pastore, della sollecitudine richiesta ad ogni educatore, a cui il Padre affida con estrema fiducia i propri figli, soprattutto i più poveri. In questo Natale, andiamo alla greppia con il cuore piccolo e povero delle prime sorelle di Mornese. Chiediamo a Maria di ottenere per ognuno di noi la grazia di stupirci di fronte al Dio bambino e insieme la capacità di riconoscere la sua presenza e la sua benedizione in tutto ciò che germoglia di nuovo, sebbene fragile e incerto, in questo tempo così difficile per tutta l’umanità.

 

 

Sr Linda Pocher, FMA
Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

2020-12-13T09:18:57+01:0013 Dicembre 2020|Rubriche|