Il patto educativo globale interpella gli educatori

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Il patto educativo globale interpella gli educatori

Con il video messaggio inviato il 15 ottobre 2020 in occasione dell’evento promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, Papa Francesco ci ha raggiunti rinnovando il suo invito rivolto a tutte le persone di buona volontà per stringere un’alleanza capace di abbattere barriere e i confini con la forza trasformante dell’educazione, motore di cambiamento che contribuisce a generare una umanità nuova, fondata sulla fraternità, sulla pace e sulla giustiziaL’appello giunge in un momento in cui, con la pandemia che ci sovrasta, l’emergenza educativa rischia di trasformarsi in “catastrofe” per il divario che va sempre più allargandosi tra coloro che, pur tra le difficoltà, possono comunque continuare il loro processo formativo, e quelli che invece, penalizzati da mancanza di strutture e opportunità, vengono inesorabilmente lasciati indietro.

Stringere alleanze “samaritane”

L’impatto devastante di quanto stiamo vivendo trasforma così le nuove generazioni, in certo senso, in quel ferito abbandonato sulla strada, simbolo delle persone fragili e vulnerabili di tutti i tempi, del quale il samaritano ha saputo farsi carico. La figura di questo uomo anonimo, del quale si ricorda solo la regione di provenienza, con la sua umanità libera e solidale, fatta di concretezza e responsabilità è posta da Papa Francesco al cuore della sua ultima enciclica Fratelli tutti. Egli è lì per provocarci e interpellarci in quanto, a premessa di qualunque “patto” o “intesa” che siamo chiamati a stringere c’è una domanda che ci interpella: in questo scenario, io da quale parte scelgo di stare? È una domanda scomoda che non ammette neutralità: ci è dato uno spazio di corresponsabilità e partecipazione, dobbiamo muoverci in esso; occorre scegliere di esserci in modo samaritano, cioè prendendo su di noi le fatiche e i disagi dei nostri giovani, facendoci carico della realtà così come essa si presenta e considerando che spesso nelle difficoltà si celano nuove opportunità e le ferite, curate col balsamo della carità, si trasformano in feritoie. L’appello è quello di farci compagni di strada, condividendo le sfide del percorso, nella fiduciosa certezza che «educare è sempre un atto di speranza» capace di «rompere i determinismi e i fatalismi con cui l’egoismo del forte, il conformismo del debole e l’ideologia dell’utopista vogliono imporsi tante volte come unica strada possibile». 

L’educazione del futuro

L’educazione in cui siamo invitati a credere prende le distanze da ciò che ne blocca il suo compito trasformativo e umanizzante: l’asservimento alle logiche funzionaliste e spersonalizzanti, il primato dell’avere sull’essere, la neutralità che deresponsabilizza e paralizza. Per costruire insieme un nuovo modello di sviluppo, occorre invece impegnarsi e lavorare per un nuovo modello di cultura, che potrà realizzarsi solo se l’educazione sarà capace di generare nuovi orizzonti in cui l’ospitalità, la solidarietà intergenerazionale e il valore della trascendenza ne sono i cardini portanti.

amicizia-cuore

Un nuovo modello educativo

Così, i punti che siglano il “patto” personale e comunitario proposto da Papa Francesco, possono paragonarsi alle azioni messe in campo dal buon samaritano: ha visto la persona ferita e non ha girato lo sguardo, considerandola nei suoi bisogni e ha preso posizione evitando di diffondere lui stesso, col suo comportamento, la cultura dello scarto; ha ascoltato la sua voce, accolto il suo disagio e, prendendosene cura, ne ha favorito la sua riabilitazione e il suo reinserimento nella società; infine, ha studiato il modo più opportuno per risolvere la situazione, d’intesa con i locandieri ai quali ha affidato la persona, in una prospettiva di collaborazione, sussidiarietà e solidarietà.  

Stringere alleanze “samaritane” può essere allora il nostro modo di rispondere all’appello di Papa Francesco come educatori ed educatrici salesiani/e. Come don Bosco e Maria D. Mazzarello, e similmente alle tante generazioni che ne hanno seguito le orme e vissuto gli stessi ideali stringendo alleanze per e con i giovani, anche noi vogliamo essere presenti all’appuntamento della storia.

 

Sr Piera Ruffinatto, FMA 

Docente e Preside
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

2020-11-09T09:14:07+01:0008 Novembre 2020|Educazione|