Vademecum Covid-19

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Vademecum Covid-19

La pandemia da virus Sars Covid-19 sta avendo un forte impatto sociale, fisico e non ultimo psichico sulla vita delle persone. La ricaduta si percepisce rilevante soprattutto per le dinamiche relazionali e per il benessere psico-sociale delle diverse fasce d’età. Ma una fascia d’età, nelle prime ondate della pandemia, è stata molto silente: gli adolescenti. Chiusi nelle loro stanze, hanno seguito la didattica a distanza, senza quasi palesarsi a livello sociale. Hanno continuato a vivere grazie e attraverso gli schermi.

In questo periodo di emergenza, che sembra purtroppo divenire quotidianità, alcuni tra i maggiori fattori di rischio per questa fascia d’età sono:

– Il distanziamento sociale (che, insieme alla sicurezza che ne deriva, può portare purtroppo anche alla sua estremizzazione: il ritiro e l’isolamento fisico e sociale, la sensazione di solitudine, ma anche la noia)

– la restrizione delle libertà personali e le conseguenze che ne derivano, con giornate vissute a scuola e giornate obbligate a casa (la paura di essere contagiati e/o di essere veicolo di contagio per gli altri. Paura spesso associata ad un aumento dello stigma sociale verso chi ha contratto la malattia; o per alcuni, invece, la percezione di non essere un rischio per gli altri).

– La preoccupazione dei genitori di sapere i propri figli a casa (spesso sempre davanti agli schermi), o, qualora le regole lo permettano, fuori casa, purtroppo senza l’appropriato supporto.

Cosa dicono i nostri ragazzi

La percezione di questi aspetti e le difficoltà che ne derivano sono spesso riportate anche da parte dei ragazzi stessi, che quando hanno occasione di ascolto si esprimono anche su questi temi delicati:

Un ragazzo che frequenta la prima superiore, Marco, confida: “Sono d’accordo a stare rinchiuso o ad uscire solo per necessità per non aumentare i contagi, ma mi annoio! Di solito io non mi annoio mai, ma tutto quello che mi faceva ridere ora sembra scomparso: le uscite con i tosi, il calcio, il cinema, …

Luca, più grande di un anno: “Tanto vale restare a letto… seguo da qui le lezioni, non ho voglia neanche di docciarmi, comincio a chattare e poi serie tv in streaming… o smartphone. Ma dopo un po’ mi sembra una vita da sfigati! Saranno contenti i grandi, me ne sto per conto mio, non ho voglia di parlarci, …

Nicola pensa: “Già mi sono stancato di questa storia che non si può uscire, chi lo ha detto? Tanto si ammalano solo i vecchi, i giovani non si ammalano o guariscono, ora esco e vediamo!

Beatrice: “Prima mi lamentavo del fatto che i miei entrassero in camera mia senza bussare, ma questo era niente! Non posso più stare da sola, né ho più casa libera per fare i fatti miei. Il bello è che i miei sembrano pure felici di avermi la sera finalmente in casa…non capiscono!

Questi sono alcuni esempi che non pretendono di essere esaustivi dei diversi aspetti, riscontrati in questo periodo, e che vedono protagonisti i nostri ragazzi e i genitori con loro. Ma ricordiamoci che la pandemia ha solo ampliato e portato maggiormente alla luce problematiche che esistevano già. Quelle stesse problematiche che come adulti non volevamo o non sapevamo vedere.

Come riscoprire il nostro ruolo di adulti “trasmettitori di buone pratiche”?

Non immaginavamo le nostre ragazze e i nostri ragazzi potessero vivere il rischio, da anni li proteggiamo accompagnandoli ovunque fuori casa, raccomandandoli, ma troppo spesso sovviene un brivido al pensarli a casa da soli, davanti gli schermi o per strada. A questo si aggiungono le nostre priorità e preoccupazioni su un mondo in rapido mutamento e in crisi, che spesso cerchiamo di nascondere loro. Ma i ragazzi, soprattutto adolescenti, non chiedono altro che essere riconosciuti come soggetti vivi e partecipanti della vita, soprattutto sociale e relazionale.

Ecco che gli atteggiamenti e scorciatoie di pensiero, descritte a titolo di esempio nelle parole dei ragazzi e delle ragazze sopracitati, sono accompagnati da esempi diversi, spesso donati dagli stessi adolescenti, che, una volta espresso lo sfogo, guidati da noi professionisti o da accompagnatori (si potrebbe meglio dire “adulti significativi”, che abbiamo per loro funzione psico-educativa, sanno trovare ed indicare in modo autonomo possibili soluzioni.

Ad esempio?

  1. Un esempio diretto è accompagnare l’adolescente a costruirsi e mantenere una routine quotidiana… rassicura se stesso e gli altri! Anche dentro casa? Sì. Si creino alcuni momenti stabiliti, senza rimandare a domani ciò che possiamo fare ora. Mi creo un obiettivo, con gentilezza e attenzione verso gli altri lo faccio!

  2. Se non c’è più privacy (e gli adolescenti ne sentono la necessità perché è normale per loro definire uno spazio per creare il loro modo di vivere, che si distingua dai genitori… “Anche perché ora… sento più pudore”). Come genitori o accompagnatori lasciamo loro più spazio. Non interroghiamo per forza figli o studenti, lasciamo però occasioni di tempo e spazio in cui loro possano cercarci. Se abbiamo seminato bene prima di tutto noi, nel bisogno sapranno cercarci.

  3. Si limiti il flusso delle notizie, soprattutto quelle allarmanti, che amplificano i nostri stati di angoscia, di paura, anziché placarli. Anche quelle informazioni per comportarsi in maniera “socialmente responsabile”, che, sebbene condivise con le migliori intenzioni, alle volte se ripetute producono esiti infausti, come paradossalmente la “pseudo-indifferenza” per troppo carico di informazioni, nei confronti di un pericolo che è reale. Oltre a ciò stiamo vivendo un periodo dove è davvero difficile distinguere una notizia attendibile da una fake news. Che tu sia un genitore, un accompagnatore o un ragazzo, ritagliati uno specifico momento della giornata per controllare cosa è successo nel mondo, raccogliendo la tua “dose quotidiana di informazione sull’epidemia”, prediligendo canali di informazione ufficiali e affidabili, come i siti dell’OMS, dell’IIS o del Ministero della Salute.

A te adolescente suggerisco…

  • Prenditi cura di te, del tuo corpo e dei tuoi pensieri. Non dimenticare, in tutte le attività che ti possono essere utili, l’esercizio fisico, l’ascolto della musica e il relax, in un tempo definito (un orario di inizio e di fine rispettato)! E se non puoi andare in palestra, ci sono app e corsi online per yoga, gym, zumba, rilassamento muscolare, o allenamenti sui social network!

  • Continua a studiare e a mantenere i tuoi impegni di formazione per il tuo futuro. Si costruiscono ora, anche a distanza! E laddove possibile prenditi diverse pause rigeneranti, se permetti un consiglio: sotto questo sole primaverile!

  • Ricorda di divertirti. Pensa sin dalla mattina quale attività piacevole potrai intraprendere durante la giornata e poi… mettila in atto. Musica, Serie tv, ma anche letture. Leggere ci permette, attraverso storie narrate, di viaggiare, anche ora che non possiamo; di immergerci in realtà e mondi diversi; di evadere, anche solo per un tempo definito, dal presente e dai suoi problemi, allenando al contempo la nostra capacità di lettura, scrittura, vocabolario, il pensiero e le funzioni intellettive legate al linguaggio. Quale migliore occasione.

  • Non sopporto i miei genitori, le regole, etc.” Ok. Ma… rabbia, scenate,… a cosa portano? Se ci pensiamo bene, la rabbia a volte è l’altra faccia dell’impotenza. Si ha voglia di sentirsi forti, di affrontare il futuro, e quando ci si sente “persi” si reagisce di fretta, spesso con rabbia. Se ci pensi, alle volte ti senti disorientato? Ci risponde Nicola: “Non ci sto capendo niente e forse me la prendo coi miei che magari si preoccupano per me. Non so più che fare, in realtà sono spaventato e non posso fare niente per cambiare questa situazione da schifo. Ora glielo dico ai miei, che non hanno capito. Continuano a darmi regole, ma non sanno che non sono arrabbiato, mi sento solo impotente”.

  • Quando si è lontani o fuori comune, resta “Social” con la famiglia e gli amici. Se non puoi vivere senza i tuoi amici, in questo tempo di “relazioni mediate da schermo”, preferisci le video-chiamate, e tutti quegli strumenti che ti permettono di stare vicino anche da lontano. Farai così attività non da solo ma in compagnia: si può guardare film e serie tv in compagnia e dopo confrontarsi, giocare a carte e giochi di società, leggere, scherzare ma soprattutto rimanere in contatto.

  • Sii gentile con te stesso e con gli altri, ma anche responsabile di rendere migliore ogni istante della tua vita e ogni relazione con le persone. Non sei solo o sola a vivere questa situazione! E se hai bisogno, puoi chiedere aiuto ad adulto significativo!

  • Se non deleghi agli altri ogni incombenza della sorte, ma se anzi condividi un tuo miglioramento e il mettere in gioco le tue competenze, anche con i tuoi amici, la tua autostima e il tuo umore ne gioveranno, e così anche quello delle persone attorno a te. Stai vicino agli altri per come puoi.

A te educatore suggerisco…

  • Attenzione al navigare in internet, va costruito un confine, limitato un tempo e uno spazio quando e dove navigare. Tra gli 11 e i 14 anni si condividano le password con gli adulti significativi, ci ricorda Alberto Pellai, esperto di adolescenza e relazioni mediate da schermo, e un tempo con loro non di controllo o spia, ma di accompagnamento (cronologie navigazioni, conversazioni WhatsApp) per costruire uno spazio di libertà anche nel mondo virtuale.

  • Promuovere il benessere degli adolescenti parte soprattutto dal promuovere il nostro, di benessere, e dal mostrarci esempio propositivo per loro in qualsiasi situazione, anche e soprattutto durante un’emergenza come questo tempo di Epidemia.

L’esperienza psicologica legata al coronavirus è influenzata da aspetti intrapsichici dell’individuo e da variabili socioculturali, come il nucleo familiare e il contesto sociale di appartenenza (Antonicelli, Capriati, Laforgia et al., 2020). Quella che emerge è una situazione complessa e ancora mutevole, che avrà sicuramente delle conseguenze sulla salute psicologica delle persone che stanno fronteggiando questo periodo storico. Gli effetti del Covid-19 sulle famiglie e sugli adolescenti sono rilevanti e non vanno trascurati.

In tale situazione emerge la necessità di coordinarsi, soprattutto tra genitori, educatori, ma anche amici e vicini di casa,… fare rete per offrire sostegno agli altri, prossimi a noi, che veniamo a conoscenza stiano affrontando o già hanno affrontato momenti difficili. A questo si unisce l’expertise dei professionisti in ambito psico-sanitario, che a livello territoriale e nazionale si coordinano per offrire supporto nelle difficoltà psicologiche individuali e relazionali. Queste si possono superare soltanto rimanendo uniti, sostenendosi e ricercando aiuto qualora la situazione divenga insostenibile per le proprie risorse personali o familiari.

Dott. Alberto Frizzerin

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2021-03-18T17:12:03+01:0018 Marzo 2021|Educazione|