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Segni di comunione
Il 1 di giugno, presso l’Istituto Maria Ausiliatrice di Padova, si sono radunate da tutto il Triveneto le suore che hanno seguito fedelmente Gesù in tanti anni di vita, alcune per i 25 anni, altre 50, o anche più, 60, 70 e 75 anni di professione.
Una fedeltà che è dono e compito
Queste sorelle sono il segno evidente che dimostra che la fedeltà è possibile anche oggi! L’Ispettrice, sr Antonella Franchini, esprimendo il suo grazie ricorda con affetto a queste sorelle che – La fedeltà è sempre, insieme, dono e compito, ma davvero guardando indietro ci coglie sempre lo stupore per il cammino fatto, il bene ricevuto, la ricchezza di esperienze e i mille volti di persone incontrate, con cui abbiamo condiviso le gioie e le fatiche del quotidiano, nella missione e nella vita comunitaria; alcuni di questi compagni di viaggio ci hanno già preceduto in Paradiso, altri li abbiamo persi di vista, con altri siamo ancora in contatto, ma tutti rimangono sempre nel vostro cuore e li ricordate nella vostra preghiera.
Salesiane di Don Bosco e di Madre Mazzarello
Dopo una mattinata di saluti, racconti del passato, canti e preghiere, le festeggiate hanno nuovamente e con maggior convinzione professato il loro essere donne consacrate salesiane, educatrici secondo il cuore di Don Bosco e Madre Mazzarello, che con la loro vita e fedeltà al Signore, desiderano ancora testimoniare che Dio ci ama, ama tutti, perchè siamo tutti nelle sue mani. Le parole di benedizione che il Pontefice ha rivolto il giorno stesso della sua elezione ci incoraggiano: Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano, con Dio e tra di noi, andiamo avanti! Siamo discepoli di Cristo.

Segni di comunione nel tempo e nell’eternità
Al termine della festa sr Antonella, rivolgendosi alle festeggiate, augura a tutte il suo grazie attraverso queste parole.
Accogliamo anche il l’insistente invito di Papa Leone a essere costruttori di ponti, segni di comunione. Nella sua omelia in piazza S. Pietro il 18 maggio, ha ripetuto: – In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. – E come ha ricordato agli operatori della comunicazione: – La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri.
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