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L’Uomo della Sindone
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L’Uomo della Sindone
Uno scultore padovano, Sergio Rodella, dopo lunghi studi, ha realizzato un modello scultoreo dell’uomo deposto nel sudario ed è riuscito a dimostrare che «Quel lino ha accolto davvero il corpo di un crocifisso».
L’evento
L’Istituto Don Bosco di Padova ha voluto rendere partecipi le famiglie e le scuole paritarie del territorio padovano di un evento singolare per far conoscere uno studioso, un artista e un uomo di fede. L’evento è stato fissato per lunedì 15 aprile 2019, all’inizio della Settimana Santa per cogliere l’occasione di capire, ascoltare e meditare la Passione, la Morte e la Risurrezione del Signore Gesù.
L’artista con le mani di Dio
Sergio Rodella è un artista che ha fatto della sua passione una missione. Lui stesso afferma: «Ho iniziato giovanissimo all’Accademia. Gli amici dicono che tutta la mia vita è stata preparata a quest’opera».
Il suo percorso non è stato facile perché nella sua vita ha affrontato molte difficoltà che, in alcuni momenti, lo portavano alla resa e alla rinuncia. Racconta che ha scoperto Cristo a 24 anni, e tuttora mantiene un rapporto dialogante, dinamico, ma anche conflittuale. «La mia conversione è stata un’esperienza talmente straordinaria che non so spiegare, ma che mi ha segnato. I primi tempi lavoravo tantissimo, ma non vendevo. Un giorno mia moglie mi disse che non c’era nulla da mangiare, e avevamo un figlio piccolo. Mi sono arrabbiato con Dio: “O hai fatto un errore nella creazione e mi hai donato un talento che non serve a nulla, o ti dai da fare perché io possa vivere del mio lavoro”. Ho deposto i ferri, rassegnato a morire di fame. Dopo tre ore un cliente mi ha comprato una scultura e ho dovuto interrompere lo sciopero. L’incontro con Cristo non ti fa santo, ti indica una via, e tu ti ritrovi con la tua umanità pesante, difettosa, che non riesci mai a raddrizzare, però hai un punto di riferimento. Anche se vai per strade contrarie, poi Dio ti recupera: è questa la sua misericordia, ed è ciò che mi dà forza».
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