Una Scuola imprenditoriale

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Una Scuola imprenditoriale

Il convegno organizzato dal Ciofs Scuola ha visto la partecipazione di numerosi docenti delle scuole salesiane delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane di Don Bosco del Triveneto), impegnati a riflettere su un tema cruciale per l’educazione odierna: Educare talenti e coltivare la speranza. Quale intraprendenza serve alla nostra scuola oggi?

A dare il via ai lavori del convegno è stata Suor Marta Checchin, che ha introdotto il tema sottolineando come l’intraprendenza imprenditoriale faccia parte del DNA delle scuole salesiane delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Come Don Bosco, anche oggi la missione educativa delle salesiane e dei loro collaboratori è quella di guardarsi intorno, per cogliere opportunità che permettano ai giovani di valorizzare i propri talenti. Un richiamo forte a educare i giovani non solo alla cultura, ma anche alla capacità di intraprendere con speranza e determinazione il proprio futuro.

La parola agli esperti

La mattinata è stata arricchita dagli interventi di relatori di spicco che hanno offerto una panoramica variegata su come l’educazione possa rispondere alle sfide attuali e future.

Leopoldo Destro. In un’azienda le persone sono il capitale più importante. Partendo da questa premessa, ha sottolineato l’importanza di insegnare ai giovani a “non sentirsi mai arrivati”. L’intelligenza artificiale, pur essendo uno strumento potente, deve essere governata in modo attivo per stimolare e potenziare i talenti individuali. Un’educazione che non si limiti a trasferire conoscenze, ma che aiuti a scoprire e sviluppare le capacità uniche di ogni giovane.

Beatrice Cerrino. In ogni ragazzo esiste un “daimon”, una forza interiore che, secondo Socrate, guida ogni individuo verso la realizzazione della felicità ed è un po’ quello che diceva Don Bosco ai suoi salesiani che “in ogni ragazzo esiste un punto accessibile al bene“. Per i giovani, ha sottolineato, è fondamentale sviluppare competenze collaborative, perché il lavoro di squadra e la capacità di condividere idee e progetti sono essenziali per affrontare le sfide del futuro.

Caterina Cangià. Interessante l’esperienza che riporta sr Caterina Cangià con la Bottega dei Giovani Talenti, un progetto che mira a creare un ambiente scolastico laboratoriale dove i ragazzi possano sviluppare competenze pratiche e emotive. La sua proposta salesiana si fonda sull’idea che l’apprendimento debba passare attraverso le emozioni, perché “in ciò che si realizza c’è ciò che si deve imparare”. Un modo per valorizzare i talenti in modo concreto e coinvolgente.

Gabriele Giulietti. Rappresentante di Banca Etica, ha sottolineato che i giovani hanno bisogno di essere stimolati non solo intellettualmente, ma anche attraverso esperienze di servizio. La visione della Banca Etica, orientata alla cooperazione piuttosto che alla competizione, è un esempio di come la finanza possa essere messa al servizio del bene comune, promuovendo un modello di crescita inclusiva.

Sara Tognato. Socia fondatrice della cooperativa sociale Caresá, che partendo dal nulla è diventata un’impresa agricola biologica inclusiva, nata da un sogno che si è realizzato grazie all’impegno e alla solidarietà di chi ha creduto nel progetto. Caresá offre lavoro a persone con disabilità intellettiva, unendo la sostenibilità agricola alla responsabilità sociale. Un esempio concreto di come le sfide sociali possano essere affrontate attraverso l’intraprendenza e l’educazione.

Il convegno si è concluso con l’idea che educare i talenti dei giovani significa soprattutto insegnare loro a credere in se stessi, a saper affrontare le sfide con creatività e determinazione, e a cooperare per un bene comune. I contributi dei relatori e le esperienze condivise hanno offerto nuove riflessioni e spunti per una scuola capace di rispondere alle esigenze del nostro tempo, promuovendo un’educazione che non solo forma, ma trasforma.

2025-03-06T11:05:37+01:0006 Marzo 2025|Eventi, Testimonianze|