L’impossibile è possibile

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L’impossibile è possibile

Il cammino verso la Pasqua ci permette di fermarci, fare un percorso insieme e ascoltare la parola di Dio per scoprire che tutto è possibile in colui che crede. È un’occasione speciale per risalire alla sorgente della nostra esistenza cristiana: Gesù Crocifisso Risorto.

Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. (Lc 4,2)

Nella I Domenica di Quaresima la Chiesa ci invita a riflettere sul Vangelo delle tentazioni di Gesù. Sono molte le tentazioni che ci attirano prima di metterci in cammino: la paura di non essere all’altezza, il ripensamento sulla partenza, il non sentirsi pronti, l’attrazione verso la via più semplice. Gesù nel deserto viene tentato dal Diavolo a prendere la strada più facile, sceglie invece la strada più difficile, quella verso Gerusalemme, un cammino più umano, alla portata di ogni uomo, che lo condurrà alla croce. 

Don Pino Puglisi

Chi ha scelto di intraprendere quel deserto, quel cammino scomodo, è Don Pino Puglisi. Nato a Brancaccio, nella periferia di Palermo, a cui sarà legato per tutta la sua vita, comincia la sua attività educativa per i giovani dove cerca di mettere fine alla malavita del quartiere, intervenendo soprattutto sulle coscienze dei ragazzi. Brancaccio era un quartiere dove i bambini venivano cresciuti dalla Mafia, dove i protagonisti della criminalità organizzata erano visti come idoli da imitare. Ma Don Puglisi indica ai più piccoli un’altra possibilità. Lotta per liberarli da quel futuro quasi scontato e mostra loro che si può essere rispettati anche senza essere mafiosi ma credendo semplicemente nei propri ideali, nella gentilezza e nell’amore. Rimane in strada con loro, crea un centro in cui si sentano accolti una volta finite le ore di lezioni a scuola. Tra giochi e amicizia dona loro speranza

Il giorno del suo 56° compleanno fu ucciso per mano di chi vedeva la sua presenza come ingombrante all’interno del quartiere ma il suo Centro di Accoglienza Padre Nostro a Brancaccio continua a vivere. 

Hanno scritto di lui

La vita proprio non mi torna: per possederla devi perderla per qualcuno” scrive Alessandro D’Avenia nel suo romanzo Ciò che inferno non è in cui racconta come questo semplice parroco abbia riportato luce in un quartiere che sembrava ormai abbandonato al male. Il suo protagonista, Federico, sta attraversando un periodo travagliato, alla ricerca della sua identità, quando, tramite un consiglio suggerito dal parroco, decide di conoscere la realtà di Brancaccio. Dedicandosi ai più piccoli, riuscirà a dare quel significato alla sua vita che sembrava non riuscire a trovare.

In un’intervista per il Tele Giornale di Sicilia (TGS), rilasciata nel giorno dell’inaugurazione del Centro di Accoglienza Padre Nostro, padre Pino Puglisi dice: “Ci sono parecchi ragazzi che stanno attorno al Centro e tanti sono qui con noi presenti, cominciano ad aprirsi ad orizzonti nuovi, iniziano a capire che la vita non è fatta di violenza, degrado ma ci sono valori come pace, fraternità e collaborazione”. 

Le scelte che ti cambiano la vita

Don Pino Puglisi è riuscito a sradicare quella cultura del potere basata su indifferenza e violenza. Più volte gli fu proposto di occuparsi di incarichi più complessi, rifiutati da chiunque ma lui si mostrò sempre pronto ad ogni richiesta. Quando gli offrirono chiese ricche o posizioni prestigiose, rifiutò affermando di non essere all’altezza e che l’unico posto in cui sentiva di voler stare era tra i poveri

Una vita dedicata agli altri ha portato speranza in una periferia abbandonata dall’indifferenza dei cittadini della città. Nei suoi ultimi attimi di vita ha rivolto un sorriso ai suoi assassini, un ultimo gesto di audace dolcezza da parte di chi ha scelto di vivere una vita scomoda, affrontando la strada tortuosa, percorrendo quel cammino nel deserto. Una vita fatta di speranza. Una vita dedicata agli altri. 

Martina Mezini



2025-03-08T16:55:14+01:0008 Marzo 2025|Spiritualità|