Il 2 novembre scorso ho avuto la fortuna e l’onore (oserei dire) di partecipare alla seconda giornata del Capitolo Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Triveneto.
Fortuna perché non è scontato l’essere inviati ad una evento che è di così grande importanza per un Istituto religioso, un evento che racchiude in sé il sacro, la certezza che lo Spirito sia in mezzo alle persone presenti e ne ispiri le parole e le riflessioni, ma anche molto umano perché si devono prendere indirizzi e cercare le strade che accompagneranno le scelte dell’Istituto e perciò della presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice per i prossimi anni.
Con occhi “esterni”
Come prima cosa mi viene da riflettere che non mi sento poi così esterna: seguire il processo di Risignificazione per l’Ispettoria mi ha permesso di conoscere le persone che ne fanno parte, le storie, le dinamiche. Mi ha permesso di vedere il carisma reso azioni, scelte, attività, con gioia, passione e talvolta sofferenza. Mi ha concesso di vedere in molti casi la corresponsabilità con i laici come strumento, metodo e scelta e non solo come parola da usare perché unica strada da percorrere.
La riflessione che faccio in questa pagina fa parte del commento che ho fatto della giornata vissuta alle persone che ho incontrato dopo, una riflessione sincera: ho visto i principi basilari della democrazia e della partecipazione messi in atto.
Con occhi democratici
Tutto ciò che veniva scritto e proposto come documento è stato messo in discussione, è stato condiviso e rivisitato. Tutte e tutti avevano la possibilità di dire, di commentare, di chiedere o suggerire cambiamenti.
Tutto questo è un’esperienza di ascolto e continuo ad usare il termine, di democrazia. So che non è un termine abituale e forse sempre corretto in campo religioso, so che le Costituzioni propongono un modello non esattamente democratico. Ma il giorno 2 novembre ho visto la possibilità per tutti di esporre il proprio pensiero in totale libertà e con l’attenzione di chi ascoltava di cercare di recepirlo, di farlo prima proprio, poi condiviso. Forse qualcuno si è dimenticato il fatto di essere lì come delegata di altri, in rappresentanza di… e che ogni parola pronunciata non dovesse essere per sé ma per l’istituto, per il Carisma. Ma chi ha gestito la giornata, ha veramente avuto la capacità di ascoltare e raccogliere le indicazioni perché tutti fossero soddisfatti del lavoro fatto, perché il documento finale fosse realmente frutto delle parole, della riflessione, della preghiera di ognuno.
Con occhi attenti
Al termine della giornata la sensazione è che le scelte di futuro fatte, o quanto meno le indicazioni raccolte siano indicazioni legate alla storia del nostro tempo. Si è guardato con occhio attento ai bisogni del territorio, dei suoi ultimi, delle Comunità sia pur anziane perché sempre siano feconde e generative nei territori, nel rispetto della storia di ognuno e delle sue possibilità. Interrogarsi oggi su cosa voglia dire essere in rete con altri sui diversi territori, come anche pensare alla presenza in Ungheria come luogo di missione e di crescita Carismatica.
Una giornata all’insegna dello Spirito che è sopra, dentro, accanto a noi.