CINESCHEDA | Il ragazzo che catturò il vento

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CINESCHEDA | Il ragazzo che catturò il vento

La vittoria dell’educazione

William ha solo 13 anni quando, nel 2001, una terribile carestia si abbatte sulla sua terra, il Malawi (Africa sud-orientale). A differenza dei genitori, però, William ha potuto andare a scuola. La sua passione per la tecnologia e la possibilità di accedere ai libri della biblioteca scolastica, gli permetteranno di realizzare un sistema di irrigazione che, sfruttando la forza del vento, riuscirà a sopperire alla mancanza di pioggia, salvando così dalla morte non soltanto la sua famiglia, ma l’intero villaggio. Il regista Chiwetel Ejiofor, al suo esordio dietro al cinepresa, ha voluto raccontare la storia vera di William Kamkwamba, il ragazzo che, catturando il vento, riuscì a vincere le forze avverse della natura e a contrastare l’ingiustizia di un governo democratico appena nato, eppure già corrotto e per nulla preoccupato della sopravvivenza e della dignità dei suoi cittadini.

Lo scontro e l’alleanza tra le generazioni

Il confronto tra le generazioni è un tema centrale nel film. Il padre di William, impersonato dallo stesso regista, ci viene presentato come un buon genitore, autorevole ed amorevole allo stesso tempo, impegnato a fare in modo che il futuro dei figli possa essere migliore del proprio. Il rapporto con il figlio si fa difficile nel momento in cui William propone una soluzione alla crisi, che esce dai suoi schemi e dalle sue capacità di comprendere. Il padre, in altre parole, è chiamato ad avere fiducia nel figlio. Il figlio, d’altra parte, è chiamato ad avere pazienza col padre. Soltanto insieme, infatti, padre e figlio potranno superare la situazione critica in cui si trovano coinvolti. Da un dialogo positivo tra le generazioni, faticoso, ma non impossibile, dipende il futuro del mondo.

Il vento non si da dove viene e dove va

La scansione del film in cinque capitoli, che ricalcano idealmente il percorso di morte e resurrezione del grano (Semina; Crescita; Raccolto; Fame; Vento) è come un invito a rileggere la vicenda di William e della sua famiglia come una parabola, una favola vera, dalla quale possiamo imparare qualcosa di importante su noi stessi e sulla nostra vita. La Scrittura, d’altra parte, è ricchissima di parabole agrarie (cfr. Is 55,10; Mc 4,26-27; Mt 13, 4 e seguenti). L’ultimo capitolo del Il ragazzo che catturò il vento, in particolare, richiama alla mente le parole di Gesù sul vento, una realtà imprevedibile, della quale tuttavia siamo capaci di ascoltare la voce (cfr. Gv 3,8). Il vento, in fin dei conti, è lo Spirito e ogni creatività – anche quella tecnologica! – ha la sua origine in Lui.

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Sr Linda Pocher, FMA

Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

 

2019-11-11T08:19:47+01:0011 Novembre 2019|Rubriche|