CINESCHEDA | 7 minuti

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CINESCHEDA | 7 minuti

Il film si apre con una carrellata di sequenze che, con delicatezza e discrezione, trasportano lo spettatore nella vita quotidiana di un gruppo di donne molto diverse per cultura, nazionalità, età e stile di vita. Le accomuna il lavoro: tutte, infatti, sono operaie nella stessa fabbrica, chi da pochi mesi, chi da una vita. E la fabbrica sta per essere venduta, dai proprietari italiani, tre fratelli ormai anziani e senza troppi scrupoli, ad un colosso francese, rappresentato da una donna d’affari che di scrupoli se ne fa ancora meno dei suoi colleghi italiani. Il nuovo padrone pone nuove condizioni ai dipendenti e il consiglio di fabbrica è chiamato a valutarle e a decidere se accettare e rifiutare. In ballo c’è la vita di tante famiglie, molte delle quali appesa a quel misero stipendio come all’unica speranza di salvezza dalla povertà e dalla fame. 

Sopravvivere al presente o generare il futuro?

Intorno a questa decisione e al suo peso umano e sociale ruota tutta la vicenda del film, che si ipira ad una storia realmente accaduta in Francia a Yssingeaux ed è tratto dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini. Il film, dunque, mette a tema l’erosione progressiva a cui sono stati sottoposti negli ultimi decenni i diritti dei lavoratori. La miseria e la disperazione in cui tante famiglie sono state gettate dalla crisi economica e dall’aumento della disoccupazione, spinge le persone ad accettare qualunque condizione, pur di mantenere un posto di lavoro conquistato a fatica e sempre minacciato dall’ombra della crisi. Più in profondità, il film spinge a riflettere sulle condizioni di una vita degna e sull’urgenza di lottare, non soltanto per sopravvivere al presente, ma anche per ottenere un futuro migliore per chi verrà dopo di noi. 

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Sinodalità e discernimento

Ogni piccola scelta che facciamo, infatti, ha delle conseguenze che toccano il destino di molte altre persone, sia nel bene che nel male e le protagoniste del film lo sanno fin troppo bene. Il peso di questa responsabilità le porta a confrontarsi e a scontrarsi, in una faticosa e sofferta ricerca del meglio possibile, non solo per sé stesse, ma anche per le loro colleghe, per le loro famiglie e per tanti altri lavoratori che si trovano nella loro stessa situazione. La bellezza del film sta proprio nella capacità renderci partecipi di questo travaglio, grazie alla bravura eccezionale delle interpreti, alla sapiente regia e alla potenza della sceneggiatura che, mai prevedibile, tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine.  

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Sr Linda Pocher, FMA
Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

2021-02-02T07:57:26+01:0002 Febbraio 2021|Rubriche|