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A Scuola per essere felici!
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A Scuola per essere felici!
Il MANIFESTO della Scuola salesiana delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha un volto giovane, parla il linguaggio di tutte le scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice d’Italia, raccoglie la saggezza di una lunga cultura pedagogica e didattica ed è espresso con la freschezza delle parole vere che parlano alla mente e al cuore delle famiglie e degli studenti. È una comunicazione gioiosa che vogliamo condividere con tutti. Il primo punto del Manifesto dice così: A SCUOLA PER ESSERE FELICI. Ogni persona porta dentro di sé un desiderio profondo di felicità, traccia dell’amore di Dio.
Una scuola per essere felici è possibile? E cosa c’entra la felicità con la scuola? La scuola insegna ad essere felici?
Più che domande potrebbero apparire delle provocazioni vista la situazione di pandemia che stiamo vivendo e che sta mettendo a dura prova la scuola e chi la abita tutti i giorni. Una cosa, però, è certa: tutti desideriamo essere felici, studenti, insegnanti, e la scuola salesiana questo lo sa bene. Sa bene che nulla può essere veramente appreso o insegnato se si è tristi, demotivati, intimoriti, costretti. Sa bene che le aule sono affollate di portatori privilegiati di desideri, di bambini e ragazzi che domandano di essere visti, riconosciuti come persone che valgono, amati, perchè esistono, perché ci sono affidati. Sa bene che le nostre lezioni a scuola sono attraversate ogni giorno da emozioni, sguardi, sogni, attese, idee, progetti, conoscenze, relazioni…
Non esiste teoria pedagogica a sostenere che l’apprendimento e il rapporto educativo funzionino meglio in un contesto di assenza di relazione. E se un bambino, un ragazzo trova a scuola insegnanti pieni di entusiasmo, generosi del loro tempo e del loro sapere, allora è contento, semplicemente, è felice di varcare ogni la soglia di un luogo che lo fa stare bene.
Mi chiedo allora: come può la scuola formare persone se non si pone la domanda di avvicinare gli studenti al concetto stesso di felicità?
La scuola salesiana è un tempo e un luogo importante dove imparare a coltivare il senso della vita perché a scuola si trascorre un mare di vita ma la vita, paradossalmente, può essere altrove, lontana. Accendere desideri, i ragazzi ci stanno se quel che hanno a scuola li prende più del loro sognarsi altrove. Voltaire diceva: “Bisogna coltivare il proprio orto”. Prenderci cura del piccolo pezzetto di mondo che ci viene affidato, lavorare per coltivarlo, lasciarlo a chi ci sta intorno o a chi viene dopo di noi, migliore di come lo abbiamo trovato.
Una missione grande che non dura una sola stagione ma ha bisogno di tempo e di cura. Ogni giorno, uno sguardo a ogni singola pianta che ha il diritto di crescere, ogni giorno un’attenzione speciale che restituisce a ogni bambino e ragazzo, spesso in overdose da TV o da social network, il diritto alla felicità semplice e genuina fatta di impegno e di amicizia, di immaginazione e di scoperta dei propri talenti (perché ciascuno ha i suoi), delle proprie piccole o grandi passioni.
Scuola salesiana e pedagogia della felicità. Un sogno possibile. Se ci crediamo.
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