Terapia dell’anima

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Terapia dell’anima

    Il Vangelo della quinta Domenica di Quaresima racconta l’episodio della donna sorpresa in adulterio. Gli scribi e i farisei, autorità religiose dell’epoca, non sono solo interessati a far rispettare la legge ma vogliono mettere alla prova Gesù, vedere come reagirà quando si troverà davanti una donna che è stata colta nel peccato.

    Gli scribi e i farisei condussero [a Gesù] una donna sorpresa in adulterio (Gv 8,3)

    Quando la donna viene portata a Gesù, si trova in una condizione di debolezza: non solo è condannata dal peccato commesso ma viene esposta anche all’opinione pubblica ed è incapace di difendersi. Trattata come un oggetto di giudizio, dove nessuno tiene in considerazione la sua complessa umanità, si ritrova davanti a Gesù che decide di non condannarla. 

    Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei (Gv 8,7)

    Questa risposta ci invita a riflettere sulla condizione che accomuna tutti gli esseri viventi: nessuno è al di sopra e nessuno è migliore di altri, tutti sono invece soggetti alla propria vulnerabilità. Gesù offre una possibilità, un’occasione di cambiamento perché ciascuno di noi è segnato dalla fragilità e questo non deve condurci ad una condanna, bensì alla comprensione e alla cura reciproca. 

    L’arte di cambiare

    Chi ha trasformato la propria condizione di fragilità in terapia dell’anima è la famosa pittrice messicana Frida Kahlo. A soli 18 anni un incidente le causa gravi lesioni e dolori cronici per cui sarà costretta a restare immobile in un letto per diverso tempo. Nel momento più buio e sofferente della sua vita, un semplice cavalletto e dei colori ad olio le permettono di non abbandonare il suo amore verso la vita. 

    Molte volte nel dolore si trovano i piaceri più profondi, le verità più complesse, la felicità più vera. (Frida Kahlo)

    L’immobilità temporanea e le trentadue operazioni non le impediscono di rappresentare la sua arte. In Colonna spezzata (La Columna Rota, Museo Dolores Olmedo, Xochimilco, 1994) rappresenta se stessa a torso nudo con una colonna in stile ionico al posto della colonna vertebrale. Simbolo di forza e di resilienza contro una malattia che la vuole ferma, dimostra come questa non sia un ostacolo per la sua creatività. Molte sue opere non solo testimoniano il dolore fisico e psicologico ma anche il suo coraggio nel viverli: l’arte è il mezzo che la aiuta ad affrontare la solitudine e il senso di alienazione che provava per via della sua condizione fisica. 

    La vera giustizia

    Frida Kahlo ci insegna come la persona non sia la fragilità che possiede, la condizione in cui vive. Così anche la donna, portata dagli scribi e dai farisei a Gesù per essere condannata, non è il peccato che commette. La vera giustizia infatti non è quella che condanna ma è quella che offre una seconda possibilità, quella che cerca di farci rialzare. L’adulterio della donna è il simbolo della fragilità umana: intrappolata nei suoi stessi errori, viene criticata e giudicata per questo. Pensiamo di fare meglio, ci atteggiamo a giudici e siamo pronti ad etichettare nel momento in cui qualcuno commette uno sbaglio. Non bisogna però dimenticare che noi abbiamo sempre la possibilità di scegliere se scagliare la pietra, se utilizzare i nostri giudizi e i nostri atteggiamenti per ferire l’altro o se invece conoscere le persone, comprendere quali ostacoli impediscano loro di vivere una vita piena, soddisfacente e aiutarle nel valorizzare al meglio le loro peculiarità. 



    Martina Mezini

    Materiali
    2025-04-04T12:29:35+02:0005 Aprile 2025|Spiritualità|