Il Vangelo della quinta Domenica di Quaresima racconta l’episodio della donna sorpresa in adulterio. Gli scribi e i farisei, autorità religiose dell’epoca, non sono solo interessati a far rispettare la legge ma vogliono mettere alla prova Gesù, vedere come reagirà quando si troverà davanti una donna che è stata colta nel peccato.
“Gli scribi e i farisei condussero [a Gesù] una donna sorpresa in adulterio” (Gv 8,3)
Quando la donna viene portata a Gesù, si trova in una condizione di debolezza: non solo è condannata dal peccato commesso ma viene esposta anche all’opinione pubblica ed è incapace di difendersi. Trattata come un oggetto di giudizio, dove nessuno tiene in considerazione la sua complessa umanità, si ritrova davanti a Gesù che decide di non condannarla.
“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei” (Gv 8,7)
Questa risposta ci invita a riflettere sulla condizione che accomuna tutti gli esseri viventi: nessuno è al di sopra e nessuno è migliore di altri, tutti sono invece soggetti alla propria vulnerabilità. Gesù offre una possibilità, un’occasione di cambiamento perché ciascuno di noi è segnato dalla fragilità e questo non deve condurci ad una condanna, bensì alla comprensione e alla cura reciproca.
L’arte di cambiare
Chi ha trasformato la propria condizione di fragilità in terapia dell’anima è la famosa pittrice messicana Frida Kahlo. A soli 18 anni un incidente le causa gravi lesioni e dolori cronici per cui sarà costretta a restare immobile in un letto per diverso tempo. Nel momento più buio e sofferente della sua vita, un semplice cavalletto e dei colori ad olio le permettono di non abbandonare il suo amore verso la vita.
Molte volte nel dolore si trovano i piaceri più profondi, le verità più complesse, la felicità più vera. (Frida Kahlo)