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Penso a te!
Come accade ogni volta che un tornado naturale, sociale o politico ci travolge, l’attenzione della stampa e degli addetti ai lavori ci porta con forza a stare di fronte agli eventi, in modo anche fin troppo martellante. L’ennesimo (e non ultimo) atto di violenza sulle donne, avvenuto tra ragazzi così normali da sembrare appena usciti dalla porta dell’oratorio ci lascia sbigottiti e impotenti. Non oso fare considerazioni e riflessioni di chissà che tipo, perché basta aprire una qualsiasi pagina di giornale o web per trovare illuminanti considerazioni e spunti di approfondimento. Allora, come Figlia di Maria Ausiliatrice, di fronte a quanto accade, scelgo di rivolgermi a chi incontro tutti i giorni, usando l’unico strumento che ho a disposizione: il tesoro prezioso del Sistema Preventivo.
Penso a te
E allora mi rivolgo a te cara Maura; dopo anni che frequenti il nostro cortile per portare i tuoi bambini a scuola, mi confidi con una dignità immensa che tuo marito per anni ti ha soggiogata psicologicamente. Tra false promesse di smettere di giocare e lunghe e dolorose assenze ha legato attorno a te un cappio di schiavitù costringendoti a lavorare giorno e notte per pagare le bollette e per saldare i suoi debiti. Tu hai un tesoro immenso tra le mani che è la vita dei tuoi figli; queste creature che hai messo al mondo sono la forza più grande per sperare ancora nel futuro, per credere che potete vivere liberi e la libertà non è inganno. Per loro fai il salto della libertà, c’è già qualcuno che ti tende la mano per non lasciarti sola.
Penso a te Anna; ti vedo tutti i giorni lavorare con i nostri bambini, tu, di poco più grande. Hai una energia, una solarità spettacolari. Ti prendi cura dei piccoli nei minimi dettagli, occhio di giovane mamma che vede già tutto. Eppure un giorno, quasi con noncuranza mi racconti che lui è geloso, ti controlla, ha scatti di ira (non verso di te, ti premuri di dirmi… io direi non ancora…). E tutto questo ti pesa, ti imprigiona. Mi chiedo come possano stare insieme la tua carica di vita esplosiva e la disponibilità a stare entro i limiti che le sue paure ti impongono. Anna, l’amore non chiude ma libera, non sospetta ma crede fino alla fine; l’amore vuole la fioritura dell’altro, cerca il suo bene non il proprio. In amore si affrontano le proprie immaturità e paure perché l’altro non è un oggetto di compensazione ma una persona che mi spinge a crescere e camminare. Non potrai mai curare le ferite di un altro, non potrai mai salvarlo se lui non si mette in discussione. E come voi tante altre…
Se ci penso bene però, accanto alla violenza di genere, da questo piccolo osservatorio che è il mio quotidiano, riscontro anche una profonda violenza tra il genere femminile, e questo mi sembra un elemento chiave per leggere e affrontare gli eventi che ci colpiscono. Perché è necessario che quanto accaduto si confronti e se ne parli tra uomini e donne, ma ritengo che questo sia un momento in cui anche il mondo femminile si interroghi su se stesso.
Sogni, passioni, e la meraviglia della fragilità
A te Gloria chiedo: perché l’altro giorno ti sei avventata su una tua compagna che ha, secondo te, flirtato con il tuo ragazzo? Perché? Non c’era un altro modo per mettersi davanti a questo torto subito? Non esiste forse il dialogo, il chiedere conto di alcune cose? Non esiste forse la possibilità di darti tempo per elaborare l’evento, chiedere aiuto. La violenza che molte donne subiscono non può diventare lo strumento con cui loro stesse si rivolgono le une le altre. Dobbiamo cercare insieme altri canali per imparare l’arte del dialogo, della pazienza.
E tu Jenny, che sei sempre perfetta in tutto, che non hai mai un capello fuori posto e ti disperi se non prendi il massimo dei voti. Perché sei così schiava del giudizio degli altri? Perché ogni altra ragazza è una rivale per te, un pericolo da eliminare perché potrebbe toglierti visibilità e prestigio? I modelli che hai in testa ti stanno schiacciando, sei una caricatura di te stessa. Dove sono i tuoi sogni, le tue passioni, la bellezza delle tue cadute e la meraviglia della tua fragilità? Non hai mai pensato che le altre ragazze possono essere per te delle buone alleate per raggiungere il traguardo più grande che è il volerti bene e il voler bene a qualcuno?
La violenza di genere è terribile, malefica e disumana; ma anche la violenza tra il genere (in questo caso femminile) è inconcepibile. Mi pare che il lavorare insieme per tessere reti di solidarietà e alleanza dentro il mondo femminile possa essere una via educativa possibile. Una rete che non viene tirata fuori solo davanti alle tragedie, per radunare cortei o alzare la voce nelle manifestazioni. Un’alleanza quotidiana che è terapia contro le gelosie e le invidie, contro le ansie da prestazione e l’oggettivizzazione del corpo, contro la rabbia feroce che domina le relazioni del nostro tempo. Dentro una rete di stima, di tenerezza, di incoraggiamento, di dialogo vero, c’è posto per tutte e pe tutti, c’è salvezza per chiunque. E la rete si fa grembo per dare vita a nuovi stili di relazione. È un augurio, un tentativo, un appello.
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