«In una nave, il pilota negligente viene licenziato in tronco, perché quello che ha in mano è troppo sacro. E nella vita, noi stiamo attenti alla nostra rotta? Qual è la tua rotta? Se fosse necessario soffermarsi un po’ di più su questa idea, chiedo a ciascuno di voi di attribuirle la massima importanza, perché riuscire in questo equivale semplicemente ad avere successo; fallire in questo equivale semplicemente a fallire».
(Papa Francesco, Christus vivit 257)
Da alcuni anni, come Ispettoria Triveneto, viviamo una settimana vocazionale che coinvolge tutte le nostre case nello stesso arco di tempo; questo ci dà la possibilità di pregare insieme con più intensità ma anche di far circolare tra tutte le case un pullulare di iniziative, un fermento buono e bello che mette in gioco tutte le Comunità Educanti.
Un mese vocazionale
Quest’anno abbiamo deciso di offrire per tutti un mese vocazionale, un tempo più prolungato per tentare di far risplendere in modo più limpido quello che già tutti i giorni si prova umilmente a fare: rendere ragione della speranza che è in noi e aiutare i giovani a scorgere il volto bello del Buon Pastore che li ama e li chiama. Il desiderio che anima tutte è sicuramente quello di sostenere e accompagnare ogni giovane a non fallire nella rotta che deve seguire; siamo consapevoli che la questione vocazionale è la questione seria della vita, ne va della felicità e della pienezza di senso. Per questo abbiamo il dovere di dedicare forze e cuore per camminare al fianco dei giovani che abitano le nostre case, affinché imparino a leggere i desideri che li abitano, si attrezzino di fronte alla complessità della realtà e, tra le tante voci, possano distinguere la Voce che sa toccare le corde più profonde dell’essere, corde che risuonano in modo unico e originale.
Un ambiente che conquista
«L’ambiente mi prendeva, mi assorbiva, mi conquistava. La squisita bontà di quegli eccellenti Salesiani mi commoveva, le loro cure, le loro attenzioni, le loro gentilezze, le loro parole generate dalla Fede e dalla Carità mi attraevano a loro, come l’insetto è attratto verso la luce. Quando ero con loro mi pareva di respirare un’aria più pura, mi pareva di sentirmi meglio, le preoccupazioni della vita quotidiana scomparivano come per incanto, io mi sentivo felice in mezzo a loro, come in una grande famiglia dalla quale mi venisse consiglio, affetto, protezione».
(Memorie Biografiche di Don Bosco IX, 938)
Questo brano, in cui un ex allievo racconta della propria esperienza a Valdocco, ci guida in questo mese. Siamo consapevoli che un ambiente che punta in alto nelle proposte, che “cerca le cose di lassù” pur nella semplicità degli impegni quotidiani, in cui ogni vocazione risplende, è un ambiente che conquista, che fa venir fuori il meglio da ogni anima, che parla di futuro.
Una casa sempre aperta
Le nostre case, allora, in questo mese di maggio si apriranno ancora di più, accogliendo giovani, bambini, ragazzi, e rendendoli partecipi della vita fraterna, della preghiera e della missione, così come da sempre hanno fatto i nostri fondatori. Iniziamo questo tratto di strada in compagnia di Maria, la donna del sì, «il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto, senza altra garanzia che la certezza di sapere di essere portatrice di una promessa». Ciascuno di noi è portatore di una promessa, e custodire questa promessa creando le condizioni perché si realizzi, è il più bel compito che Dio ci ha affidato.