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Manifestazione d’amore
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Manifestazione d’amore
Il Vangelo della seconda Domenica di Quaresima ci porta a cercare altri punti di vista. Come Gesù, che prima di far salire i suoi discepoli Pietro, Giovanni e Giacomo sul monte calvario, li fa andare sul Tabor, perché possano vedere la croce da una nuova prospettiva, così anche noi dobbiamo vedere le cose, anche quelle più complesse, sotto una nuova luce.
“Maestro, è bello per noi essere qui”. (Lc 9,33)
I tre discepoli, durante la preghiera, hanno difficoltà nel tenere gli occhi aperti e si addormentano. Compaiono, nella gloria, Mosè ed Elia e conversano con Gesù. Pietro si sveglia e da subito, pur non conoscendoli, mostra loro amore: non pensa più unicamente al suo benessere personale e vuole invece mantenere quella felicità che sta provando, cercando il bene per gli altri. “Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. La manifestazione più pura e profonda dell’amore vero: provo gioia nell’aiutarti.
Manifestazioni d’amore
Guardare la realtà da una nuova prospettiva non è facile. La speranza è quello strumento che ci permette di mettere luce nelle situazioni più difficili. Il nostro cammino non è però solitario. É un continuo viaggio dove ogni passo fatto ci avvicina all’incontro con l’altro. Questo dialogo con l’altro è sempre stato al centro della vita di Pietro Bartolo, medico chirurgo e responsabile sanitario delle prime visite ai migranti che sbarcavano a Lampedusa tra il 1992 e il 2019. Dove tanti richiedevano con fermezza una chiusura, lui ha saputo non porre limiti all’accoglienza e all’aiuto.
“A bordo delle motovedette ci sono persone. Padri, madri, figli. Uomini, donne, bambini. Unici e preziosi come ogni essere umano. Con dei legami, dei sentimenti, dei ricordi e delle prospettive. Nomi, cognomi e storie.”

Il viaggio della speranza
Così scrive nel suo libro Le stelle di Lampedusa in cui racconta le storie delle persone che incontra quotidianamente: l’arrivo a Lampedusa, il viaggio e la speranza di trovare una vita migliore. Ci parla di Anila, una bambina nigeriana di 8 anni che decide di intraprendere il viaggio per poter riunirsi alla madre Carla. La donna era stata accusata dal suo intero villaggio di essere una strega e di aver causato la morte del marito. Si ritrova a dover abbandonare la figlia e crede che l’Europa possa essere un possibile rifugio. La piccola intraprende quindi quello che oggi chiamiamo il viaggio della speranza: ci impiega quasi due anni ad arrivare a Lampedusa e le sue condizioni, una volta in salvo, sono fragili. Pietro Bartolo è il medico che la soccorre e la aiuterà poi a ritrovare la madre. Le due si incontrano e si ricongiungono per sempre: è la storia di una bambina che salva la sua mamma.
Vedere chi migra con una nuova prospettiva, proprio come i tre discepoli osservano la croce sotto una nuove luce, vuol dire comprendere senza pregiudizio e avvicinarsi a chi lascia il proprio paese per creare nuove radici altrove. Ce lo insegna il dottor Bartolo, che ha donato aiuto e tempo a chiunque necessitasse soccorso. Ha donato quelle tende che Pietro ha offerto a Mosè ed Elia. Ce lo insegna anche Anila che, nonostante la solitudine e il buio in cui si è ritrovata a vivere in tenera età, non ha mai smesso di lottare per la sua sopravvivenza e non ha mai smesso di sperare in un ricongiungimento con la sua mamma.
Martina Mezini
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