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Di campane, finestre e scarponi
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Di campane, finestre e scarponi
“Dove sei?” sono le prime parole che Dio pronuncia nella Bibbia. È una domanda che spinge ciascuno di noi a interrogarci, a fare il punto sulla propria strada. E la strada si può misurare in tanti modi: noi siamo partiti dalle origini.
Una grande famiglia
Con un gruppo di docenti delle scuole salesiane delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Triveneto abbiamo visitato i luoghi di Don Bosco e di Madre Mazzarello: è la linea di partenza di quella staffetta di cui noi oggi abbiamo raccolto il testimone. Tornare sui luoghi dei nostri fondatori significa riconoscersi in una genealogia, scoprire che si fa parte di una famiglia e che non si è soli, religiosi e laici, uomini e donne, giovani, giovanissimi e giovani dentro.
Campane
Alcune immagini ci sono risuonate più di altre. Anzitutto, la campana con cui Don Bosco, alla fine della sua vita, chiamava per essere aiutato. Anche noi sentiamo una chiamata nel nostro lavoro, una chiamata silenziosa che proviene da dentro ciascuno di noi. È la campana che per prima mosse Don Bosco e Madre Mazzarello ad accogliere i più piccoli con creatività e amore.
Finestre
Ci ha colpiti la finestrella da cui Madre Mazzarello guardava la chiesetta di Mornese e da cui diceva “Lì c’è Gesù”. Guardare i nostri studenti significa riconoscerli nella loro complessità, accogliendoli in modo autentico e senza riserve, sull’esempio dei nostri predecessori. Significa imparare ad essere adulti affidabili, degni di fiducia, pazienti e in grado di stabilire relazioni significative.
Scarponi
Ci rimane l’immagine degli scarponi da lavoro, calzature resistenti per una vita di impegno e fatica. Madre Mazzarello è stata una donna dolce e premurosa con le ragazze a lei affidate, ma è stata anche incredibilmente forte, caparbia e fuori dagli schemi. Don Bosco ha accolto i suoi giovani con la tenerezza di un padre ed è stato anche concreto e pragmatico. Tutti e due hanno misurato le loro possibilità non con il metro degli uomini ma della Provvidenza, lasciando a Dio di colmare lo spazio tra possibile e impossibile.
Sissi Mattiazzo
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