In questa quinta domenica di Quaresima il vangelo ci propone la risurrezione di Lazzaro, anche se è più corretto parlare di rianimazione, perché lui riprende la vita materiale, di questo mondo, mentre la risurrezione è l’assunzione della vita piena in Dio, la promessa a cui tutti i cristiani sono chiamati a credere.
Morte e amore
Tutto il racconto è attraversato da una corrente di passioni e di affetti che nascono dall’esperienza dell’amicizia, dell’amore e della sofferenza di quando ci si trova davanti alla morte di un proprio caro. Quest’esperienza profondamente umana tocca tutti senza eccezione e mette a dura prova la vita, la fede, la speranza, facendo sorgere il dubbio sul senso della nostra esistenza. A questo proposito mi è venuto in mente uno spezzone tratto da La tigre e la neve. Il protagonista sta per perdere l’amore della sua vita e parlando al medico, a un certo punto, al colmo della disperazione, dice queste parole struggenti: Se muore lei, per me tutta questa messa in scena del mondo che gira, possono anche smontare, portare via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un camion col rimorchio, possiamo spegnere questa luce bellissima del Sole che mi piace tanto… ma tanto… lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto… portar via tutto questo tappeto, queste colonne, questo palazzo… la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le 7 del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare, le zucchine… le zucchine.
Non c‘è niente da fare. La morte è un dramma ineluttabile per chiunque, sempre. Anche Gesù stesso prova l’esperienza della morte di un caro amico e, per quanto il brano ce lo presenti in un certo senso distante, egli quando vede Maria piangere insieme ai giudei che l’accompagnavano, si commosse profondamente (v.33) e appena dopo, quando arriva davanti alla tomba di Lazzaro scoppiò in pianto (v.35).
Tuttavia è bene tenere insieme anche alcune delle incongruenze che questo brano ci presenta:
al v. 6, quando viene avvertito che Lazzaro è malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava, mentre tutti ci aspetteremmo che lui abbia l’ansia e la fretta di raggiungerlo, prima che sia troppo tardi;
poi al v. 15 afferma: Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Perché dovrebbe essere contento della morte dell’amico?
Altra cosa strana: Gesù non va a Betania per fare le condoglianze alle due sorelle, ma si ferma fuori: sono Marta e Maria che gli vanno incontro (v.17 e v. 28)