CINESCHEDA | Notizie dal mondo

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Reduce della guerra civile americana, il Capitano Jefferson Kyle Kidd (Tom Hanks) percorre in solitaria le strade polverose del Texas, fermandosi di città in città per leggere ad alta voce le notizie dei giornali locali e federali, in cambio di una moneta. È la versione moderna di un cantastorie, il Capitano. E il suo pubblico è il ritratto dei pionieri del sogno americano e delle sue contraddizioni: coloni provenienti dall’Europa, sporchi di polvere e bruciati dal sole, sempre pronti a sparare, ostili ai nativi americani e favorevoli alla schiavitù. Il Capitano ha combattuto nell’esercito del Sud. Ha perso la guerra. Ha dovuto chinare il capo e accettare le condizioni del nemico. Per qualche motivo però, che rimane sconosciuto allo spettatore, non sembra portare rancore al suo avversario. 

Il dono della terra

Il Capitano si distingue, infatti, per il buon cuore e la pietà nei confronti del prossimo, senza alcuna distinzione. Comprende ed accoglie il malcontento e la rabbia della gente del Sud e la accompagna, attraverso le sue storie, nel delicato processo di integrazione in quella realtà nuova e complessa che sono gli Stati Uniti d’America. Tratto da un romanzo di Paulette Jiles, il film si serve del genere western per invitare lo spettatore a prendere coscienza di questa complessità, che non riguarda soltanto il cittadino americano di oggi, discendente dei cowboys o degli Sioux, ma l’essere umano tout court, nel suo rapporto con la terra che lo ospita e lo nutre, che spesso ferisce e che, a sua volta, lo fa soffrire. La bellezza di una terra incontaminata, selvaggia e arida all’apparenza, ma potenzialmente molto feconda è ciò su cui la fotografia del film attira continuamente l’attenzione dello spettatore, lasciandolo incantato e senza fiato.

 

L’importanza della memoria

Bellezza, fatica e mistero, che il film raccoglie e condensa nel personaggio della piccola Johanna (Helena Zengel). Figlia di coloni tedeschi, ma nata in America, rapita dagli indiani all’età di due anni, Johanna è orfana due volte: i militari dell’unione, infatti, hanno sterminato la sua famiglia indiana e l’unica speranza per lei, di avere una casa, è raggiungere dei parenti sconosciuti, dall’altra parte della prateria. Il Capitano, suo malgrado, se ne fa carico e l’accompagna in un viaggio lungo e pericoloso attraverso la prateria, durante il quale i due, che non parlano neppure la stessa lingua, dovranno aiutarsi e proteggersi a vicenda. Un viaggio faticoso, come faticoso è lavorare la terra, ma fecondo: entrambi, infatti, avranno da imparare l’uno dall’altro. Impareranno, soprattutto, che aprirsi al futuro è possibile soltanto per coloro che hanno il coraggio di guardare in faccia il proprio passato. E di farlo insieme.

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Sr Linda Pocher, FMA
Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

2021-03-31T17:02:13+02:0031 Marzo 2021|Rubriche|