Un bambino con i super-poteri
Il film racconta in modo abbastanza realistico e allo stesso tempo scanzonato la vicenda di una famiglia numerosa (mamma, papà, due sorelle, un fratello) alle prese con l’arrivo di Giò, il quarto figlio: un bimbo atteso e desiderato, che al momento della nascita si scopre essere affetto dalla sindrome di down. Il più felice di tutti, alla notizia della nuova gravidanza, era stato Jack, il più piccolo, nonché unico maschio, tiranneggiato dalle due sorelle maggiori. Finalmente anche lui avrebbe avuto un compagno di giochi e, soprattutto qualcuno con cui allearsi contro le femmine! Dopo il parto, i genitori, per non turbare la gioia e l’entusiasmo dei bambini di fronte al nuovo arrivato, iniziano a parlare di Giò come di un bambino “speciale”. La fantasia di Jack si scatena: il fratello è un super eroe con tanto di super poteri. Ma con il passare degli anni, l’illusione lascia il posto alla delusione e il fratello “speciale” diventa per Jack un peso: una presenza che lo mette in imbarazzo, soprattutto di fronte ai suoi coetanei.
Dietro la maschera
Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Giacomo Mazzariol, il film è raccontato dall’inizio alla fine dal punto di vista di Jack, come ad invitarci a partecipare dall’interno al suo percorso di crescita, di scoperta e appropriazione della propria identità. Questa prospettiva rende il film particolarmente adatto ad un pubblico di ragazzi, di adolescenti e di famiglie. L’intento di coinvolgere i più giovani in una riflessione seria ma serena sul tema della disabilità, fa perdonare alcuni difetti della pellicola: una certa mancanza di ritmo nella seconda parte del film; la presentazione di alcune situazioni non molto realistiche; la presenza di alcuni personaggi ad una sola dimensione, come i genitori, ad esempio, che sembrano sin troppo bravi per essere veri. La disabilità è quella realtà che ci mette di fronte alla fragilità, nostra e altrui, senza possibilità di maschere o di censure.
La parabola dei piccoli
L’incontro con la disabilità, può essere una liberazione: una scorciatoia per imparare ad amare e a lasciarsi amare gratuitamente, solo per il fatto di essere qui, in questo mondo. Questa è la buona notizia annunciata dal film. Nella sua semplicità, nei suoi momenti di gioia e con i suoi capricci, Giò è per Jack un richiamo vivente al vangelo dei piccoli. Chi non diventa come loro, dice Gesù, non entrerà nel regno dei cieli (cfr. Mt 10,14).