Un eroe in bicicletta
Il film racconta intreccia il racconto dell’amicizia tra due adolescenti di Gerusalemme, un israeliano, l’altro palestinese all’epopea di Gino Bartali, straordinario ciclista italiano, non solo come campione sportivo, ma anche come uomo capace di gesti di coraggio civile, sostenuti da una fede semplice ma soda. I due ragazzi, infatti, sono accomunati dalla passione per il ciclismo. Entrambi appartengono ad una squadra e gareggiano come rivali. Dietro alla competizione agonistica, tuttavia, si nascondono pregiudizi e incomprensioni legati all’appartenenza a due popoli in conflitto, che i due ragazzi dovranno imparare a riconoscere e a combattere.
Una storia vera, un simbolo collettivo
Il film richiama alla memoria gli anni più difficili della storia italiana, tra dittatura e guerra, mettendo in evidenza la capacità di Bartali di mettere a rischio la propria vita, per aiutare numerosi ebrei perseguitati trasportando documenti falsi nascosti nella sua bicicletta. Le sue pedalate diventano così il simbolo di una resistenza silenziosa, lontana dai clamori, ma determinante per la salvezza di molti. La narrazione alterna sequenze sportive ad episodi di eroismo civile, ricordando come lo sport possa diventare strumento di testimonianza e libertà. Bartali emerge non solo come atleta, ma come uomo guidato da una profonda fede religiosa e da un forte senso di giustizia. La sua figura diventa esempio di integrità e coerenza: campione sul campo, ma soprattutto nella vita.
