CINESCHEDA è una rubrica di cinema on line che si propone di mettere a disposizione una serie di contenuti e schede didattiche di approfondimento per tutti coloro che amano leggere la vita attraverso la pellicola cinematografica.
«Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima.»
(Ingmar Bergman)
Blinded by the light
Un incontro che cambia la vita
È la storia più vecchia del mondo, quella raccontata da Blinded by the light: la storia di come un incontro può cambiare la vita. Ed è proprio ciò che capita a Javed, il protagonista del film. Adolescente pakistano, immigrato di seconda generazione, nell’Inghilterra degli anni ’80 lotta per conquistarsi un posto nel mondo tra mille difficoltà, dovute al divario generazionale da un lato, che sperimenta all’interno della famiglia, al divario culturale dall’altro, che sperimenta fuori di casa, in una società non sempre accogliente verso chi è portatore di usanze e tradizioni differenti. Al fondo di un momento davvero buio, un amico gli presta un’audiocassetta di Bruce Springsteen. Javed rimane letteralmente accecato dalle parole e dalla musica del Boss, in cui si riconosce e da cui si sente misteriosamente riconosciuto. E grazie a quella luce, inizia a vedere la sua vita da una prospettiva diversa, trovando la forza di scelte personali e coraggiose.
Un tuffo nel passato
Ispirato alla storia vera di Sarfraz Manzoor, scrittore e giornalista pakistano emigrato nel Regno Unito all’inizio degli anni settanta, raccontata da lui stesso nel libro Greetengs From Bury Park: Race, Religion and Rock’n Roll’, il film è un vero tuffo nel passato grazie all’accuratezza con cui viene ritratto il mondo giovanile degli anni ottanta. Anche per questo, nonostante la semplicità della trama, la pellicola può costituire una buona occasione per favorire il dialogo intergenerazionale, permettendo a giovani e adulti di confrontarsi sulle sfide e le opportunità che hanno dovuto affrontare gli adolescenti di ieri e con le quali sono chiamati a confrontarsi anche gli adolescenti di oggi, primo fra tutti il faticoso processo di scoperta e realizzazione della propria vocazione.
Impegno, resistenza, fiducia
Molto presente nel film è anche il tema dei valori, come fattore di identificazione ad un tempo etnica e transculturale. Tre parole risuonano con particolare forza: impegno, resistenza e fiducia. Paradossalmente, si tratta dei valori che hanno sostenuto l’impegno e la fatica del padre di Javed, nel faticoso processo di inserimento in una cultura differente dalla propria e si tratta allo stesso tempo dei valori che Javed sente cantare dal Boss. Proprio la scoperta di questa coincidenza permetterà ai genitori di uscire dall’autoisolamento etnico nel quale si erano barricati per proteggere la propria dignità personale e il futuro dei figli. Nella sua semplicità, insomma, il film ci offre una indicazione importante: il dialogo tra generazioni e tra culture ha successo, quando gli attori coinvolti trovano il coraggio di spogliarsi delle proprie difese e mettere a nudo, gli uni di fronte agli altri, ciò che è più prezioso, che tiene in vita e spinge a lottare, ciò in cui si crede e coloro che si ama e per cui si è disposti a dare la vita.
Sr Linda Pocher, FMA
Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”