La pandemia ci ha catapultato in una dimensione nuova, tecnologica e sterilizzata da cui non è facile tornare. Anche noi, come adulti abbiamo vissuto le stesse difficoltà che i nostri figli, studenti e giovani lamentano: mancanza di sicurezza, di vicinanza fisica, di… gusto. Ci sembra allora importante percorrere la via della consapevolezza e del sentimento per non correre il rischio di diventare quelli che Crepet definisce “analfabeti emotivi di ritorno”.
I consigli che seguono possono essere presi singolarmente o come percorso, provati in prima persona o suggeriti, meglio ancora se condivisi, portati avanti insieme in uno scambio di incoraggiamento e verifica reciproci.
1. Sfoglia la tua galleria
Prendi in mano il cellulare o meglio ancora scorri la tua memoria e cerca, come in una caccia al tesoro, quei momenti che ti hanno fatto stare bene. Scegline uno e prova ad appuntarti quali erano gli ingredienti di felicità (amicizia, essere apprezzati, natura, ecc.). Se lo fai con più ricordi avrai una tua personalissima mappa del benessere, puoi usarla per conoscerti meglio oppure come punto di partenza per il prossimo consiglio.
2. Sii cre-attivo
Sicuramente l’emergenza sanitaria in corso ha introdotto alcune limitazioni, ma per esperienza ci sembra più vantaggioso trovare le opportunità che i problemi. Prediligi ciò che ti fa stare bene (se fai fatica ad individuarlo segui il punto 1) e impastalo con la creatività. Come puoi vivere le stesse sensazioni realizzandole in modo alternativo? Se pensi che la fantasia non è mai stato il tuo forte e fai fatica a scegliere, cerca degli aiuti: la telefonata, il pubblico o il 50:50. Amalgama il tutto con il punto 3.
3. Qui e ora
Realizza il punto 2 gustandotelo, riscopri il piacere della lentezza, senza fretta, giudizio, ansia e pretese. Vivi ora con quello che sei. Fermati e respira. Ascoltati e ascolta. Metti da parte il pilota automatico e scegli consapevolmente che passi compiere. E mentre vivi, ora, apprezza momento per momento ciò che fai e ciò che sei. Che sapore ha vivere così? Se qualcosa, invece, non ti ha soddisfatto passa al punto successivo.
4. Non siamo i nostri errori
Sempre di più ogni scelta assume l’aspetto di un momento critico da cui dipenderà il buono o il cattivo esito dell’intera vita. L’errore è temuto, preoccupa ed angoscia ancor più se manifesto, visibile, imputabile. Dare il giusto peso alle cose, inserirle in un contesto, non sentirsi determinati dagli eventi ma protagonisti aiuta ad ammettere con il sorriso che non tutto va sempre alla grande. Se invece del sorriso ti è scesa una lacrima passa al punto 5.
5. Anche fragile, ma non solo
Cerca uno specchio, va bene anche la fotocamera dei selfie, guardati, c’è qualcosa che non ti piace vero? Qualche cicatrice, dei difetti, un errore… Ma questa volta nessun consiglio, sei Tu il tuo consiglio, anzi sei la soluzione. Lottare, cadere e retrocedere sono parte del percorso, non di meno rialzarsi e intraprendere nuove partenze. Sei meno fragile di quello che pensi. Dillo: “sono anche fragile, ma non solo”. Ripetilo, urlalo: SONO ANCHE FRAGILE, MA NON SOLO. Se ti viene qualche dubbio riparti dalla tua bellezza con il primo punto.
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Se vuoi approfondire qualche punto in particolare, i numeri non sono casuali:
1. Toffa N., Fiorire d’inverno, Mondadori, Milano, 2019
2. D’Avenia A., L’arte di essere fragili, Mondadori, Milano, 2020
3. Williams M., Penman D., Metodo Mindfulness 56 giorni alla felicità, Mondadori, Milano, 2020
4. Galiano E., L’arte di sbagliare alla grande, Garzanti, Milano, 2020
5. Mencarelli D., La casa degli sguardi, Mondadori, Milano, 2018
Sr Claudia Simonetto FMA, Psicologa ed Educatrice Professionale
Sara Falcone, Psicologa