A noi Figlie di Maria Ausiliatrice più giovani del Triveneto è arrivato un regalo inaspettato e desiderato: poter andare a visitare le nostre sorelle FMA in Ungheria, parte della nostra Ispettoria, e partecipare ai voti perpetui di suor Helga Skribanek.
Il SÌ a Dio oltre le frontiere
Così il 21 ottobre all’alba siamo partite da Padova: eravamo un gruppo di Juniores con alcune neo-perpetue e una novizia del Triveneto, accompagnate da suor Elena, verso Budapest. All’arrivo ci hanno accolte con grande familiarità le consorelle delle tre comunità FMA presenti in Ungheria con l’Ispettrice suor Palmira e suor Simonetta.
Dopo una breve e suggestiva visita alla capitale, abbiamo partecipato ad una veglia con i giovani e la Famiglia Salesiana, preparandoci e pregando per i voti perpetui di suor Helga. Abbiamo sperimentato che il carisma salesiano va ben oltre le frontiere e vive in ogni piccolo e coraggioso Sì a Dio, alla Vita e al Bene. Questo ci spinge a vivere con maggiore radicalità la fede nel nostro quotidiano, desiderando la Comunione e lavorando per costruirla.
L’indomani abbiamo preso parte con entusiasmo al Sì per sempre di suor Helga a Dio e ai giovani presso il Santuario Kisboldogasszony a Budapest-Máriamete. Durante la celebrazione, ci è rimasto impresso l’augurio del Vescovo János Székely rivolto a suor Helga e a tutte le Salesiane che hanno ricevuto la grazia preziosa da Dio di essere Suo segno: Ogni tua parola e ogni tuo movimento siano il sorriso di Dio verso i giovani!
Restavo perché era il mio posto
In questi giorni, abbiamo anche potuto ascoltare la testimonianza di vita di suor Etelka Roboz. Questa consorella ha risposto ed è stata fedele alla sua vocazione e missione salesiana durante gli anni bui del regime comunista in Ungheria, portando avanti il carisma di Don Bosco e Madre Mazzarello nel nascondimento e nelle persecuzioni del periodo dal 1945 al 1989. Restavo perché sentivo che questo era il mio posto, che non potevo scappare. Ho fatto quello che mi sentivo nel profondo – così racconta il suo restare con fedeltà nella sua terra, nonostante non potesse esprimersi liberamente, nemmeno in casa con i suoi genitori e tra gli amici.
Una vocazione nata con piccoli passi, grazie alla testimonianza di alcune figure che circondavano la vita di sr Etelka e una biografia di don Bosco letta quasi per caso; la sua vita le lascia un profondo desiderio di donarsi ai giovani, alla gente: Fatevi amare perché così possano amare il Signore, così don Bosco le ha suscitato la vocazione, come un grande dono, una grazia che lei ha dovuto custodire e tenere segreta per quasi 40 anni, durante i quali ha operato nel silenzio, pregato nel silenzio, comunicato Gesù Cristo nel silenzio; vivendo l’Eucarestia come fonte di vita. Poche domande, nella vita di sr Etelka, perché profondamente radicata in Dio, e quindi semplice. Alla domanda da dove trovasse la forza, il coraggio e la determinazione per vivere così suor Etelka, con prontezza e senza esitazione, risponde: Nell’Eucarestia! Non sono stata mai sola!
Vedranno la tua vita, che tu vivi le costituzioni e allora continua l’opera di Dio in te – così racconta alle giovani Figlie di Maria Ausiliatrice, che in silenzio ascoltano le sue parole, incredule che basti così poco per vivere felici. Non è scontato essere quello che sei, conclude sr Etelka.