Chi cammina ha bisogno di fermarsi. Qualcuno ha giustamente affermato che la sosta fa parte del cammino. E questa non serve soltanto per tirare il fiato. Se si cammina in compagnia, sostando ci si guarda in faccia una volta di più… È meglio, perché sul volto dell’altro si leggono la nostra stessa fatica nel procedere, la soddisfazione per il fatto che la direzione intrapresa è quella buona o il timore di aver sbagliato rotta. Sostando ci si parla, si consulta insieme la mappa, si concordano percorsi o si decidono inversioni. Perché il senso del cammino è che alla fine si arrivi alla meta voluta, insieme.
E quando a camminare è una comunità religiosa ed educante, la sosta è ancor più necessaria, perché è in gioco il senso della vita stessa di chi sta marciando.
Cos’è il Capitolo Ispettoriale
Ecco: il Capitolo Ispettoriale è questa sosta. La si fa in tutte le Ispettorie (provincie religiose in cui l’Istituto è suddiviso) ogni sei anni. Insieme, religiosi e laici che lavorano nella comune missione di esprimere la predilezione di Dio per i giovani.
Una predilezione non astratta ma concreta, che chiede di pensare e ripensare al senso della propria presenza in mezzo ai ragazzi nelle modalità, nelle strutture, nei ritmi, nei linguaggi, nell’attenzione del cuore che non può venire mai meno.
Riflessioni locali e mondiali
Per questo, l’assemblea convocata nel Capitolo Ispettoriale, mette a fuoco un aspetto importante del carisma salesiano (che è il dono speciale di stare con un preciso stile tra i giovani), scelto dopo un’attenta analisi della realtà mondiale delle salesiane, fatta dal Consiglio generale, cioè dal gruppo delle Figlie di Maria Ausiliatrice che, insieme alla Superiora generale, nel giro di sei anni, visitano tutte le comunità delle suore salesiane del mondo. Ogni Capitolo ispettoriale, poi, sintetizza in un documento le proprie riflessioni che saranno vagliate nel corso dell’assemblea mondiale, chiamata Capitolo generale.
In occasione del Capitolo Ispettoriale, le singole Ispettorie possono proporre alla riflessione dell’assemblea anche aspetti o problemi ritenuti più urgenti dalle proprie realtà locali.
Disposti a cambiare
In questo tempo di rapida evoluzione e di grandi cambiamenti, ci si chiede se la comunità religiosa, la cui età cronologica avanza, sia ancora capace di raccontare ai giovani, con la propria vita, quanto sia bello stare con Dio e con i fratelli; quanto le esigenze dei ragazzi la spronino ad operare concretamente insieme a tutti quelli che hanno a cuore la loro crescita; quanto sia disposta a cambiare, a rimettersi in gioco con un serio lavoro di discernimento, interrogandosi sulla significatività di un certo tipo di opere o di strutture sorte in altre epoche ed in altri contesti socio-culturali.
Ci si interroga su tutto questo, perché il carisma salesiano ritrovi l’incandescenza e la fluidità della prima colata di amore che dal cuore di Dio è stata versata in quello di Don Bosco e di Madre Mazzarello, spezzando ciò che si è troppo cristallizzato in modalità e strutture, pur ammirevoli, ma che non si adattano più al flusso cangiante della vita.