CINESCHEDA | Fabbricante di lacrime

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CINESCHEDA | Fabbricante di lacrime

    Un record internazionale

    Tratto dall’omonimo best seller internazionale della giovane scrittrice italiana Erin Doom, Fabbricante di lacrime è stato il primo film italiano a raggiungere il vertice della classifica globale dei film più visti su Netflix. Vi si racconta la storia di Nica e Rigel, due adolescenti che hanno condiviso l’infanzia nello stesso orfanotrofio, entrambi vittime degli abusi della direttrice e che vengono adottati dalla stessa famiglia, una coppia di genitori tanto buoni quanto incapaci di incidere in qualunque modo nella vita dei ragazzi che si sono presi in casa. Tra i due si sviluppa una storia d’amore tanto tormentata quanto improbabile. Così com’è improbabile, eppure avviene, il lieto fine.

    Una raccolta di stereotipi

    Non si sa da dove cominciare a descrivere la bruttezza e la sciatteria di questo prodotto: la povertà della sceneggiatura; l’incapacità di recitare dei protagonisti; la fotografia scialba e artificiale, che ricorda i fotoromanzi dei giornaletti anni ottanta e novanta. La trama, che vorrebbe essere drammatica, è inverosimile. I personaggi poco approfonditi nella loro psicologia agiscono in modo incoerente e incomprensibile. Il film, inoltre, è ambientato negli Stati Uniti, ma è stato girato interamente in Italia, scelta che non fa che confermare l’impressione generale, di trovarsi alle prese con una raccolta di stereotipi, messi insieme in modo da catturare l’attenzione degli adolescenti, destinatari privilegiati della pellicola. Le loro domande, le loro paure e soprattutto le grandi fatiche relazionali, tra pari e con gli adulti, trovano evidentemente nel film uno specchio in cui potersi vedere e riconoscere in modo efficace.

    Che cosa piace ai nostri adolescenti?

    E infatti il film, giustamente massacrato dalla critica, ha raggiunto un successo strepitoso tra il pubblico di Netflix, tanto che qualcuno ha già iniziato a parlare di un sequel. Il fenomeno, dunque, richiede di essere preso seriamente e discusso con i suoi protagonisti: gli adolescenti che incontriamo nelle nostre scuole e nei nostri ambienti educativi. Guardare il film insieme a loro, mettendoci in atteggiamento di ascolto sincero e chiedendo a loro di presentarlo e di rendere ragione del suo successo può essere una preziosa occasione di ascolto reciproco e di scambio tra le generazioni. Allo stesso tempo, come adulti ed educatori, credo sia urgente un esame di coscienza: stiamo facendo abbastanza per formare nei nostri ragazzi la capacità critica necessaria per fruire i contenuti audiovisivi – di qualunque tipo – senza lasciarsi manipolare attraverso di essi?

     

    Sr Linda Pocher, FMA
    Docente di Spiritualità mariana
    presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

    CINESCHEDA

    2025-04-22T16:53:22+02:0022 Aprile 2025|Rubriche|