All’inizio del mese dedicato alla missione, suor Maria Cristina Zanaica, dell’Ispettoria Santa M. Domenica Mazzarello, ci invia notizie sulla situazione a Calamar (Colombia), dove opera da un anno. Un modo per accendere il cuore missionario!
Carissimi amici e sorelle, è già passato un anno da quando sono arrivata in questa terra che cerca di conservare una natura bellissima, una biodiversità invidiabile, ma a volte purtroppo, o le necessità o gli interessi economici prevalgono. Qui si capisce che se sparisce un pezzo di foresta va a negare la pioggia da un’altra parte del mondo!
È una terra che porta le ferite nascoste di una storia recente, e ancora lotta per una convivenza di giustizia e di pace. Qui, ultima cittadina a sud dell’Amazzonia, arriva gente che ha lottato e sofferto, da tutta la Colombia e dal Venezuela in cerca di una vita dignitosa. La sua grande ricchezza sono i bambini che sembrano dipingere bozze di futuro e di speranza con i loro sorrisi e abbracci!
La vita, la cultura, i comportamenti di queste persone, in particolare degli indigeni e dei bambini, mi interpellano ogni giorno. Mi mettono in discussione perché la mia modalità di affrontare il quotidiano non è l’unico modo di vivere. In particolare i piccoli più poveri, mi insegnano ad accorgermi che è bello giocare anche in una pozzanghera di acqua sporca, a rendere prezioso un piccolo pezzo di carta bianca. Gli indigeni mi insegnano che le banane del nostro giardino appartengono anche a loro, perché nella loro cultura ancestrale, la terra è di tutti. Loro hanno vissuto, da sempre, passando nella selva a raccogliere quello che madre terra donava e noi siamo quelli che hanno sequestrato loro la foresta dove vivevano!







