Vai e diventa!

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Vai e diventa!

Una madre che spinge fuori

«Vai e vivrai» è il titolo di un film del 2005, di Radu Mihaileanu. Siamo nel 1984, in un campo profughi in Sudan. Lo stato di Israele organizza una missione internazionale per portare in salvo gli etiopi di origine ebrea, i Falasha. Una donna cristiana affida il suo bambino ad una donna ebrea che ha appena seppellito un figlio della stessa età. Passare per ebreo e lasciare il campo, solo così il piccolo potrà vivere e avere un futuro. Nello staccarsi da lui, la madre lo saluta così: «vai e diventa». Non senza dolore, spinto fuori dalla sua stessa madre, il bambino nasce la seconda volta. Abbandona il deserto, raggiunge la terra promessa e incontra un’altra madre, una donna ebrea che, non senza fatica, lo aiuterà a «diventare».

Una madre che non trattiene

La verginità di Maria non riguarda soltanto il suo rapporto con Giuseppe. Mentre garantisce l’origine divina di Gesù ed esprime la dedicazione assoluta di questa donna a Dio e alla missione che le è stata affidata, la verginità di Maria è anche la cifra più caratteristica del suo essere madre di Gesù e madre nostra. Vergine e Madre, in altre parole, significa che Maria è certamente una madre che ama i suoi figli con ogni fibra del suo essere, ma che, allo stesso tempo, il suo amore non è rapace, non trattiene. Maria è pienamente e ad ogni istante consapevole di essere, nella sua maternità, soltanto la serva, l’aiuto, la collaboratrice del Padre.

Una madre che aiuta a diventare

«I figli sono dono di Dio» (Sal 126,3). La Scrittura lo ripete quasi come un ritornello. Sono affidati ai genitori, ma appartengono a Lui e, prima o poi, a Lui devono tornare. Quando leggiamo di Maria nei vangeli di Luca e di Giovanni, la vediamo proprio così: tutta protesa ad accompagnare il dono ricevuto, questo misterioso Gesù che è uscito dal suo grembo, perché possa diventare ciò che l’angelo le aveva detto da parte del Padre (Lc 1,30-33). Lo accompagna sollecita, ma non si mette in mezzo tra Lui e il Padre suo. Anche quando è spaventata, quando soffre o non comprende, non smette di avere fiducia nelle capacità del figlio e nel buon senso del Padre che glielo ha dato. Grazie a questa fede, rimane salda come una roccia, anche nell’ora più buia.

Nostra Madre e Ausiliatrice

Una presenza che dà sicurezza nelle difficoltà, ma che non impedisce che i suoi figli affrontino i rischi e i pericoli necessari per crescere. Questa è l’Ausiliatrice di Don Bosco. Maria non protegge dalla fatica, ma dalle insidie del nemico. Non si accontenta dei progressi dei suoi figli, ma indica mete sempre più alte. La vediamo così, ad esempio, nel sogno del pergolato di rose, dove è lei stessa che spinge il suo discepolo a camminare tra le spine. Non ha paura dei suoi sbagli, non teme di vederlo sanguinare. Lo incoraggia e lo invita ad imparare anche dalle sue debolezze e dalle avversità. Così Maria, per ognuno di noi è Ausiliatrice e Madre. Con il suo stesso stile Ella ci invita, oggi, ad accompagnare i giovani a prendere il largo, a fare come dice loro Gesù, a «diventare».

 

Sr Linda Pocher, FMA

Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

2020-09-27T12:21:59+02:0024 Maggio 2019|Rubriche, Spiritualità|