Sono già santo e non lo sapevo!

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Sono già santo e non lo sapevo!

La festa dei Santi è la nostra festa

Si avvicina la fine dell’anno liturgico e, poco prima di ricominciare il ciclo da capo, la Chiesa ci invita a celebrare i Santi, ovvero quelli che già sono «arrivati» a far festa in Cielo, con Dio. Non soltanto quelli che hanno il nome sul calendario, ma tutti gli uomini e le donne che hanno saputo, nella loro vita, corrispondere all’amore di Dio e che ora sono là, affacciati ai balconi del Paradiso, a fare il tifo per noi, perché possiamo raggiungerli nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito, dove la gioia di tutti, nostra e di Dio, sarà perfetta (1Cor 15,28). Perciò la festa dei Santi è la nostra festa: è la festa del destino che ci attende! Siamo stati creati per diventare «concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19). Niente di più, niente di meno!

Il Battesimo ci rende santi

Per il Nuovo Testamento i «santi» non sono solo alcuni cristiani, più bravi degli altri, ma i battezzati tout court (cfr. Rm 1,7; 1Cor 1,1; 2Cor 1,1; 13,2; Ef 1,1.18; 3,18; Fil 1,1; 4,22; Col 1,2.22; 3,12; 1Ts 3,13; Eb 3,1; 1Pt 1,15-16). È il battesimo, infatti, che ci rende santi, rivestendoci della forza dello Spirito Santo e mettendo nelle nostre mani tutti i suoi doni. Come dire: dal battesimo in poi, non ci manca nulla di ciò che è necessario per realizzare in pienezza la nostra vocazione, la quale, in super-sintesi, consiste nell’imparare ad amare e a lasciarsi amare come ha fatto Gesù. Ognuno nel proprio ambiente e secondo il proprio stato di vita.

Profeti, sacerdoti e re

In particolare, nel battesimo, siamo stati resi sacerdoti come Gesù; profeti come Gesù, re come Gesù. Sacerdoti: significa che possiamo offrire al Padre la nostra vita, non soltanto durante l’eucarestia, ma in ogni singolo istante della nostra giornata (cfr. Rm 12,1). Profeti: significa che siamo capaci di ascoltare la Parola di Dio e di annunciarla ai fratelli e alle sorelle (cfr. At 2,17-18). Re: significa che qualunque cosa ci venga addosso nella vita, non potrà distruggerci, perché tutto concorre al bene di coloro che amano Dio e che sono amati da Lui (Rm 8,28). Siamo profeti, sacerdoti e re. Siamo i santi, gli amati da Dio. Siamo le pietre vive di un tempio che non sarà mai distrutto (1Pt 2,5). Lo siamo già ora, in questo preciso momento.

Sono già santo… e non lo sapevo!

Eppure, spesso lo dimentichiamo e viviamo come se non fosse vero. Siamo come quel tale che, per paura di perdere tutto, nasconde il dono ricevuto sotto terra (cfr. Mt 25,25-30). Il padrone, al suo ritorno, lo sgrida fortemente. La paura, infatti, è proprio il contrario della fede. Ma, se Dio è amore, perché temere? Perché credere a chi vuol farci sentire abbandonati da Lui? Perché dubitare della nostra dignità di battezzati, di figli amati di Dio? Per questa festa, allora, facciamoci un regalo: troviamo il tempo per dire a noi stessi e a chi incontriamo: «tu sei santo! Non perché sei bravo, ma perché sei stato creato da Dio e sei amato da Lui! Il suo Spirito riposa su di te e ti rende re, profeta e sacerdote! Tu sei santo: vivi ciò che sei! Non dimenticarlo mai!» (cfr. Is 43).

 

 

Sr Linda Pocher, FMA

Docente di Spiritualità mariana
presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”

2019-10-28T11:49:32+01:0028 Ottobre 2019|Spiritualità|